Molti artisti vivono una condizione di iperconnessione che li porta a contaminarsi con altri mondi in una sorta rete neuronale mediale universale.

Grazie a questa rete, l’universo fantastico di Gianpiero e quello surreale di Accardi sono entrati in “collisione” creativa che li ha condotti a una condivisione di valori e all’inizio di una frequentazione elettiva, subito dopo declinata in collaborazione
artistica. La “Collab” ha dato vita a una serie di manufatti a tiratura limitata, firmati a quattro mani dove i personaggi di Gianpiero si muovono all’interno degli scenari surreali e a volte apocalittici di Accardi.

Accardi e Gianpiero condividono il bisogno di ricreare un mondo perfetto dove tutto può succedere. La galleria di teneri personaggi ed emoticon di Giampiero ci riporta indietro a un paradiso perduto fatto di ironia, gioco e buoni sentimenti, una miniera di pensieri felici alla quale far ricorso per sfuggire ai pensieri distopici della contemporaneità. Nelle messe in scena di Angelo Accardi, veri e propri rebus semantici, protagonisti della contemporaneità – rappresentati con l’ironia a volte caustica del Pop Surrealism -, character del mondo comics e personaggi di altre epoche, interagiscono tra loro, dando vita a paradossi temporali e logici.

La storia dell’arte e l’evoluzione dell’umanità hanno a che fare con la pratica irrinunciabile della disobbedienza: l’anelito a elevarsi porta l’artista demiurgo a sovvertire metaforicamente le leggi della fisica e a sfidare l’ira degli dèi.

Nell’installazione di Accardi, gli struzzi grandi neri rappresentano i guardiani della soglia che vegliano sugli struzzi confinati in voliere dorate, affinché non sfuggano al proprio destino di sognatori. Questa rappresentazione simbolica suggerisce una dualità tra libertà e controllo, con i grandi struzzi neri come emblemi delle forze restrittive e quelli nelle voliere dorate come metafora dei sognatori intrappolati in una realtà dorata ma limitante. Oggi abbiamo un mondo apparentemente perfetto dove generazioni orfane di sogni e di ideali, vivono un’autoreclusione dorata e appagante, priva di quella passione e dell’energia che caratterizzarono gli anni ’80. Durante quel decennio, lo spirito del tempo induceva sogni esagerati e “volare alto” era la regola.

Quegli anni furono anche un antidoto al clima di tensioni sociali e politiche degli anni ’70, segnati da conflitti e cambiamenti radicali.

Le utopie idealistiche del Novecento lasciavano il posto ai sogni materialistici di una generazione che elevava l’edonismo a culto laico, esprimendo una libertà totale appena conquistata. Questa generazione sfidava i diktat ideologici e culturali che avevano permeato la società fino a quel momento. Icarus’ Dream testimonia il tributo dell’artista a quel periodo magico che ha fatto emergere i migliori talenti italiani, segnando lo stile del tempo sotto la bandiera del Made in Italy.

Giorgio Moroder rivoluzionava la musica con la Dance, trasformando il pianeta in un’enorme Mirror Ball. Elio Fiorucci, con il suo concept store a Manhattan, seduceva i protagonisti della scena artistica newyorkese, mentre Giorgio Armani e Gianni Versace conquistavano il mondo, cambiando le regole dell’eleganza con le loro innovative visioni di moda. Achille Bonito Oliva e Lucio Amelio con la Transavanguardia, celebravano il ritorno alla pittura, dopo anni di rigore concettuale che avevano visto il talento pittorico relegato a mero esercizio di tecnica.

Icarus’ dream è l’autobiografia sentimentale e immaginifica dell’artista che evoca il periodo della sua vita in cui tutto è iniziato. La suggestione contagiosa di chi in quell’epoca aspirava a realizzare il proprio ideale di vita, anche semplicemente la conquista di un benessere economico che ti facesse dire – senza provare sensi di colpa o rischiare lo stigma sociale – “fuck you money”.

Oggi, quando si fa riferimento ai migranti “economici” in senso quasi dispregiativo, si dimentica che i nostri nonni erano per lo più migranti economici che sognavano un futuro migliore per i propri famigliari e lavoravano sodo per ottenerlo. Non a caso i latinos che oggi tentano di varcare il confine USA vengono definiti Dreamers, richiamando così la stessa aspirazione a un futuro migliore che animava i cuori dei nostri antenati.

Angelo Accardi Team
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